è un maschietto...
Beata tra gli uomini...
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"A bunch of crazy people"
lary, una 22enne studentessa del Connecticut, deve aver creduto di non aver sentito bene. Sì perché quando è andata dal medico della sua Università lamentando frequenti e fastidiosi mal di testa si è vista rispondere “Fai più sesso!”” Ilary però non ha un fidanzato, e alla sua obiezione il professore le ha risposto “Allora trova qualche amico!“.
Vi sembra strana la risposta? All’Università del Connecticut è stato svolto uno studio comparativo, due gruppi di giovani pazienti di sesso femminile che soffrono spesso di emicranie sono state per diversi mesi sottoposte ad un esperimento. Al primo gruppo erano somministrati i più recenti farmaci contro il mal di testa, mentre al secondo gruppo era vietato prendere medicinali.
Il risultato? In presenza di un’attività sessuale frequente le ragazze che non prendevano alcuna cura sono risultate essere quelle che meglio hanno superato il problema delle emicranie.Sembra che fare l’amore infatti produca nel nostro organismo delle sostanze di origine ormonale che vanno a influire sui centri cerebrali, rallentando le cause del dolore.
E se non ho un fidanzato come faccio? Semplice, basta avere alcuni amici, si farà la loro gioia e si risolverà in fretta un problema tanto frequente quanto fastidioso.
Ad ogni modo intendo aprire una clinica per la cura del mal di testa! :D
Green e di design. Si tratta di AirTrain, un progetto nato da un'idea dello studio VittoriLab per garantire ai passeggeri dei treni un'aria salubre e costantemente depurata all'interno dei vagoni.
Piante mangia-anidride carbonica.
Per farlo, VittoriLab ha preso a prestito una tecnologia brevettata dalla NASA: per migliorare la qualità dell'aria, vengono utilizzate determinate piante che assorbono molto rapidamente le emissioni di anidride carbonica, rilasciando abbondante ossigeno. Un vero e proprio depuratore naturale.
Sole&acqua.
Per garantire la massima efficienza del sistema verde, VittoriLab ha studiato un sistema per cui le piante, collocate in un'apposita cella trasparente che corre lungo tutto il soffitto, ricevono abbondante luce dall'esterno. Per mantenere sempre idratati gli esemplari, è stato creato un bacino di raccolta dell'acqua piovana intelligente in grado di calcolare quando le piante necessitano di idratazione.
Oltre ad essere un esempio di sostenibilità, gli AirTrain promettono di diventare presto anche un modello di biodesign, dimostrando come natura e tecnologia possano lavorare a braccetto e migliorare l'aria e l'aspetto di un semplice vagone-treno.
IL CASO - È successo a una pasticceria di Milano, la prima nel capoluogo lombardo ad aver aderito all’offerta di vendere paste e torte sotto costo: 9 euro al chilo, anziché 24, una proposta lanciata il 28 novembre. Come è andata? Un successone. Peccato che i seicento coupons venduti in pochi giorni non facciano sorridere i titolari. Troppo lavoro sotto Natale, in più perdite sicure nel bilancio. «Abbiamo avvertito il sito — spiega la pasticciera —, purtroppo per dicembre non possiamo prendere prenotazioni per i clienti di Groupon. Il buono vale sei mesi — promette la pasticciera — quindi, riprenderemo la fornitura dopo le feste». Dai dolci alle vacanze. Non sono stati fortunati neppure quelli che per Capodanno avevano contato su un bel soggiorno in Sardegna, in un hotel a quattro stelle, antica residenza nobiliare risalente al XVIII secolo «una delle più rappresentative abitazioni padronali di Sardara e del Medio Campidano». Novecentocinquanta coupons venduti a fronte di 50 concordati. Per questo «Casa Diana» ha annullato il contratto, con un annuncio sul proprio sito per placare l’ira dei consumatori. E un consiglio: «Chiedete il rimborso a Groupon». Una parrucchiera bolognese, Roberta Zanarini, invece, sta provando da un mese a rescindere il contratto di fronte alla mole di shampoo, tagli, meches, colore e altro ancora, che l’aspetterebbe se dovesse soddisfare in sei mesi i 450 coupon venduti in ottobre, a soli 29 euro. «Non so più come uscirne — racconta —, quelli di Groupon mi avevano promesso un centinaio di acquisti, invece mi sono trovata travolta dalle prenotazioni. Se rifiuto, la gente se la prende con me, invece non sa che i soldi finiscono nelle casse dell’azienda e noi partner li prendiamo solo a prestazione erogata». Quanto guadagna un partner? «Nel mio caso, ma credo sia abbastanza la regola, prenderò il 50 per cento di quello che i clienti pagano per il coupon, il resto lo trattiene il sito».
LA PALESTRA - Sempre a Bologna c’è una palestra che ha registrato il record di acquisti: 600 abbonamenti, quando ne erano stati concordati appena 80. «Conosco il titolare — spiega Roberta —, adesso ha problemi grossi con la clientela storica, troppi iscritti e disagi per tutti». C’è anche un’estetista nei guai, che chiede di non rivelare il nome: «Seicentocinquanta coupon venduti da smaltire giro di sei mesi, in pratica 6.500 fanghi che neppure le terme di Salsomaggiore potrebbero effettuare». Casi italiani. Ma il ciclone Groupon ha scosso anche i partner inglesi. Il problema sembra sempre il medesimo. Si lamenta sulle pagine del Daily Mail mister Harman, 53 anni, titolare di un pub famoso per il patè di fegato di pollo: «Negli ultimi sei mesi ho sgobbato per preparare 750 pranzi. Il guadagno? 5 sterline e mezzo a pasto». Sono andati a ruba anche i coupon per l’acquisto di cupcakes, 102 mila pezzi venduti in pochi giorni, gioia per il palato dei fortunati acquirenti, ma anche rovina per la pasticciera inglese Mrs Brown: «Per soddisfare gli ordini dovrò assumere altri dipendenti, ho fatto i conti: perderò 2 sterline e mezzo per ordine».
SU FACEBOOK - Sul fronte dei consumatori la protesta infuria su Facebook. Sono quasi 350 i clienti delusi (numero in costante crescita) che gridano vendetta. Determinati, ostinati, irriducibili, si sono riuniti in gruppo tre settimane fa. Non solo per riavere i soldi, ma anche per demolire l’immagine del «market» con una pubblicità negativa che, al primo impatto, scoraggerebbe chiunque dall’intraprendere qualsiasi acquisto virtuale. Il gruppo si chiama «Groupon: problemi e denunce», e cerca di affrontare difficoltà e intoppi legate a compravendite non andate a buon fine. Storie natalizie, come quella di Elena di Milano: «Ho comprato un albero di Natale il 27 novembre, regolarmente pagato, con una e-mail di conferma inviatami da Groupon: mai consegnato. Ho mandato decine di e-mail e perso ore in telefonate senza avere alcuna risposta dal sito. Ieri ho inviato una diffida con un ultimatum, se non vengo risarcita, farò una denuncia». Regali natalizi mancati per Emanuela P. di Varese: «Io ho ordinato due paia di Ugg (stivali in montone, ndr) il 26 ottobre. Nonostante abbia mandato sollecitazioni via e-mail e chiamato diverse volte il servizio clienti, non ho ottenuto alcun risultato. Inutile dire che gli stivali non li voglio più e rivoglio i miei soldi, 149 euro, sulla carta di credito».
I SUGGERIMENTI - I consigli su Fb non mancano. Chi ne sa di più è Fabrizio Gallina, che insieme a Roberto Poggi è tra i fondatori del gruppo: «Avevo comprato un Iphone che naturalmente non è mai arrivato. Dopo mesi di insistenze, ho cercato di guardarmi intorno, e su internet ho cercato persone che come me avevano avuto una brutta esperienza. Ora eccomi qua, attraverso il gruppo su Facebook, aiuto chi non sa come uscire dalla rete di Groupon». Un altro punto di contestazione è quello delle fatture. Argomento forte di Roberto Poggi, che dalle pagine del social network non si stanca di raccomandare di farsele mandare: «Spesso non arrivano con il prodotto, e a farne le spese è la durata della garanzia. Anche in questo caso la parola d’ordine è «non demordere».
LA DIFESA - Come si difende Groupon? «Non in tutti i casi si stabilisce un limite alle vendite — spiega Federica Moscheni, communication manager —, se esiste, noi rispettiamo il tetto massimo fissato nel contratto. Quando non c’è, e il problema è legato al partner che non riesce a soddisfare l’acquirente, l’utente può chiedere il rimborso a noi». E il caso dell’hotel sardo, Casa Diana? «Abbiamo sbagliato noi. C’è stato un ritardo nella comunicazione del numero dei coupons da vendere e non abbiamo fatto in tempo a bloccare l’offerta. Per questo abbiamo già provveduto ai rimborsi».Nessuna obiezione, però, sui problemi con la clientela: «Sappiamo che ci sono delle lamentele, ma tutto è legato al business che in Italia è cresciuto molto rapidamente. Cerchiamo di migliorare, di fare di meglio, ma ci sono anche i clienti soddisfatti: loro, di certo, non si fanno sentire».La brutta notizia è che la norma non è cambiata: infatti secondo l'Art.176/16 CdS, per l'utente che "è sprovvisto del titolo di entrata, il pedaggio da corrispondere è calcolato dalla più lontana stazione di entrata per la classe del suo veicolo". A livello pratico, al casello d'uscita, previo intervento dell'operatore, ci verrebbe quindi consegnato uno scontrino di "mancato pagamento" con tutti i dati del veicolo (classe e targa), di transito (data, ora e casello di uscita) e l'importo da versare calcolato secondo quanto previsto dal Codice della Strada.
C'è però un buona, anzi ottima notizia: tutte le autostrade italiane prevedono la possibilità di compilare un'autocertificazione riguardante il casello effettivo di entrata, così che si possa pagare il corrispettivo realmente dovuto, il tutto senza alcuna maggiorazione anche online con carta di credito. Se qualcuno però pensa di poter il furbo per risparmiare sul pedaggio allora è il caso che raffreddi gli entusiasmi: le Società che gestiscono le autostrade possono infatti verificare che quanto dichiarato nell'autocertificazione corrisponda al vero; operazione semplice considerato il gran numero di telecamere presenti in ogni casello. Ovviamente, gli autori di "falsa testimonianza" vanno incontro a conseguenze ben poco piacevoli, anche penali.