sabato, novembre 03, 2007

Ipod è doping

Alla vigilia della maratona di New York la Federazione americana di atletica ha deciso di vietare le cuffiette: le canzoni alterano le prestazioni
Divieto di iPod alla maratona
La musica è come un doping

Divieto di iPod alla maratona
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NEW YORK - La musica come il doping, qualcosa da vietare perché altera le prestazioni e aumenta il rendimento. I Rolling Stones come gli steroidi anabolizzanti. Mentre perde la partita contro le droghe vere, vede cancellare medaglie olimpiche e incorona re dei fuoricampo nel baseball un uomo gonfio di sostanze proibite, lo sport americano sembra voler parlar d'altro. E prende di mira il più antico degli aiuti psicologici: dai tamburi africani fino ai Sufi, dall'induzione di stati di trance e resistenza fisica in cui si può ballare per ore ed ore all'induzione di analgesia, per cui i partecipanti al rituale possono camminare sul fuoco senza sentire dolore, la musica ha avuto un ruolo fondamentale nella vita degli uomini. Ma ora si cambia. Niente più iPod nelle orecchie dei corridori. Ieri il New York Times lo annunciava con un lungo articolo in prima pagina.

Alla vigilia della più famosa maratona del mondo, quella che parte dal ponte di Verrazzano e si conclude a Central Park, la federazione americana di atletica, la Usa Track and Field, ha messo al bando l'uso di auricolari e riproduttori di musica portatile nelle competizioni ufficiali. Le nuove regole sono state prima giustificate con motivi di sicurezza, ma poi si è chiarito che il divieto è figlio della volontà di non dare "un vantaggio competitivo" a chi corre con la musica nelle orecchie. Certo, studi seri sostengono che esiste una relazione tra il suono ascoltato e le prestazioni e che la musica riduce la percezione dello sforzo e, aiutando il rilassamento, riduce il consumo di calorie. Ci sono perfino teorie più avanzate e i triatleti selezionano compilation di canzoni in cui le battute al minuto sono identiche ai passi della corsa, per creare un'identificazione perfetta di ritmo.

Alcuni scienziati teorizzano che ci sia un collegamento tra musica e movimento, e per dimostrare che evolvono insieme, all'università canadese di McMaster, ne hanno provato gli effetti sui neonati, scoprendo nei bambini di sette mesi dei legami multisensoriali tra il sistema dell'udito e la parte motoria. Il direttore dell'Institute for Music and Brain Science di Harvard, Mark Tramo, era un musicista rock professionista prima di fare medicina e si convinse del legame tra musica e risultati quando vinse i 100 metri al liceo ripetendosi nella testa "Brown Sugar" dei Rolling Stones.

Così si è deciso di vietarli. Ma ora i lettori Mp3 sono sempre più piccoli e invisibili, possono essere facilmente celati sotto una maglietta, in un reggiseno o nel bordo dei pantaloncini, e le cuffie nascoste da cappellini e fasce per il sudore. Così il bando sarà difficile da applicare: a New York sarà praticamente impossibile, alla maratona della Grande Mela partecipano 38mila persone.

Apparentemente più severi sono stati domenica scorsa alla maratona del corpo dei Marines, gli ufficiali avevano promesso di squalificare chi fosse stato trovato con gli auricolari ma la minaccia è stata inutile e decine di corridori sono arrivati al traguardo accompagnati dalla musica. L'unica volta in cui fino ad oggi il divieto è stato fatto rispettare scrupolosamente è alla "Maratona della Nonna" che si corre a Duluth in Minnesota: ai 7,000 partecipanti sono stati ritirati gli iPod, che poi l'organizzazione ha spedito a casa il giorno dopo. In trenta hanno cercato di fare i furbi ma sono stati intercettati e squalificati.

L'organizzatore, Scott Keenan, deve aver preso la cosa un po' troppo sul serio se è arrivato a dichiarare al New York Times di essere riuscito "a dimostrare che è possibile far rispettare il divieto: gli altri che non ci riescono si dovrebbero vergognare". Mary Whittenberg, che dirige invece l'organizzazione di New York, spiega che lei questa volta non riuscirà a far rispettare il divieto anche se per il futuro cercherà di organizzarsi, ma poi ammette: "Io per superare i momenti più duri ho bisogno degli U2 nelle orecchie".

Linus, il più famoso dj italiano, è arrivato a Manhattan da poche ore, correrà la maratona, la sua passione per la corsa è ormai proverbiale. Appena vede il New York Times non si trattiene: "Ma la Federazione americana non ha niente di meglio a cui pensare? Non ho mai visto incidenti causati da chi ha le cuffiette, e se anche può essere considerato un aiuto psicologico non è certo in grado di fare la differenza. Basta farci caso, chi ha gli auricolari è chi sta sopra le tre ore". Linus domenica non avrà l'iPod: "Mi piace correre in compagnia e se forse vogliamo trovare un aspetto positivo in questo divieto è proprio questo: isolarsi è contro lo spirito etico delle grandi maratone, sono imprese da condividere. Io ascolto musica quando mi alleno da solo, mi fa dimenticare la fatica e i dolori. Ascolto il rock, anche se non è il mio genere preferito. Ma non ci sono dubbi: la corsa è rock".

I corridori di razza, l'élite della categoria, e i puristi disdegnano la musica in gara perché dicono che devono concentrarsi sui movimenti e le armonie del loro corpo e sentire gli altri corridori. Preferiscono il suono della folla e il rumore del proprio respiro. Tucker Andersen, che partecipa alla maratona di New York dal 1976, deride i fanatici della musica come strumento per la concentrazione e sostiene che chi ha la musica nelle orecchie non rispetta gli altri e taglia la strada, ma poi non si accorge di contraddirsi: "Mi ricordo la mia prima volta, ero nel Bronx, verso la fine, non ero sicuro se ce l'avrei fatta, poi un ragazzino ha messo sul davanzale della sua finestra uno stereo che sparava la colonna sonora di Rocky a tutto volume. Se avessi avuto l'iPod non me ne sarei mai accorto... ".

Chi però è abituato ad usare la musica per darsi la carica, per resistere alla fatica, ora si sente smarrito di fronte alle nuove regole, alcuni sostengono che sarebbe come obbligare tutti a correre scalzi. Ma anche prima della nascita del walkman, del cd portatile e dell'iPod, la musica veniva considerata uno strumento per migliorare le prestazioni, non solo degli atleti ma anche dei chirurghi e perfino delle mucche, che la leggenda vuole siano in grado di fare più latte se si diffondono brani di classica nelle loro stalle.

Nelle sale operatorie la musica è una costante, e solitamente il dj è l'anestesista. L'idea è che la musica in sala operatoria diminuisca le ansie, aiuti la concentrazione e il ritmo dei movimenti, ma quando ci sono complicazioni di solito si sceglie di spegnerla. Camillo Ricordi porta un cognome importante, anzi fondamentale, nella storia della musica italiana: è discendente diretto di quel Giovanni che duecento anni fa "inventò" l'Opera italiana e suo padre Nanni è uno dei discografici che ha segnato la nascita della nostra musica leggera. Ma nella sua vita ha scelto la professione medica, con un successo notevole.

Lo troviamo in Florida dove dirige il centro di trapianti cellulari dell'Università di Miami: "Per me è fondamentale ascoltare musica mentre opero, serve a rilassare le tensioni, i miei preferiti sono Giuseppe Verdi, Billy Joel, i Pink Floyd e Bruce Springsteeen, ma ogni occasione ha la sua colonna sonora: per fare un trapianto o un'operazione di microchirurgia ci vuole qualcosa di molto leggero, non ci possono essere attacchi di batteria o tromboni a far sobbalzare chi tiene i ferri. In altri casi, se è necessario tenere alta l'attenzione e l'adrenalina allora trovo perfetta la musica sinfonica".

Anche Ricordi è convinto che il suono nelle orecchie garantisca migliori prestazioni: "Aiuta a tenere il ritmo, ma non solo, molti studi dimostrano che la musica ha effetti terapeutici, e recenti ricerche ci raccontano come aiuti lo sviluppo del cervello dei feti quando la madre ascolta musica sinfonica. Può avere effetti portentosi, ma non è doping, questo no: è invece qualcosa che migliora la nostra vita". Addirittura è stato scoperto un "Effetto Mozart": secondo uno studio del dipartimento di fisica dell'Università californiana di Irvine, l'ascolto della sonata K.448 migliora significativamente la capacità di ragionare e aumenta il metabolismo cerebrale in alcune zone del cervello importanti per le funzioni cognitive.

Certamente non sapeva tutto questo, ma Archie Moore, pugile degli anni Cinquanta e campione del mondo dei massimi, si allenava chiedendo al sassofonista Lucky Thompson di suonare a bordo ring. Ascoltare il jazz, diceva, mi aiuta a prepararmi al meglio e ad essere il più forte. Possiamo credergli visto che ancora oggi, mezzo secolo dopo, detiene il record degli avversari messi al tappeto: centoquarantacinque.

2 novembre 2007
da repubblica.it

venerdì, novembre 02, 2007

Le bionde sono stupide?

Ovviamente non si puo' generalizzare,
ma questa Miss non aiuta a smentire i luoghi comuni... anzi...



...è troppo stupida per essere vera!!!!

giovedì, novembre 01, 2007

C'era una volta...

Tutto scorre.
Tanto più nel mondo del web dove i cambiamenti si succedono a ritmo quotidiano.

Qualcuno ha pensato quindi di creare un archivio di siti web.
Una sorta di "
Come eravamo". Si possono trovare pagine web risalenti agli albori di Internet. basta che inserir il nome del sito che volete veder e con la macchina del tempo si ritorna indietro! Dal 1996 ad oggi!

Beccatevi ad esempio come era il sito dell'università nel 97...
http://web.archive.org/web/19970128062718/http://www.unibs.it/
... hehe, superscarno direi. Se lo vede GJG si fa delle grasse risate!!!


oppure quello dellla gazza
http://web.archive.org/web/19980122151024/http://www.gazzetta.it/
... e Marghe già lo guardava!!! eheh

Pensate che quello che ci ospita, blogger.com, esiste già da 8 anni!
http://web.archive.org/web/19991012022531/http://blogger.com/
... io nel 1999 non avevo manco il pc!!!

Ora potete sbizzarrirvi facendo un tuffo nel passato.

Alla fine io uso internet solo dal 2001 quindi non ho sto gran "storia" alle spalle.

mercoledì, ottobre 31, 2007

Pazza natura

IL CAVAL-ZEBRA

It looks as if someone tried to give a zebra a respray. . . then ran out of white paint halfway through the job. But in reality there is no artificial colouring on display here. This amazing but natural coat belongs to Eclyse the zorse.
Her father is a zebra, while her mother is a horse. And she's walking proof of how a child inherits genes from both parents.

Eclyse has earnt its stripes as one of the zoo's main attractions.
For while most zebra-horse crossbreeds sport stripes across their entire body, Eclyse only has two such patches, on its face and rear.
The one-year-old zorse was the accidental product of a holiday romance when her mother, Eclipse, was taken from her German safari park home to a ranch in Italy for a brief spell.
There she was able to roam freely with other horses and a number of zebras, including one called Ulysses who took a fancy to her.
When Eclipse returned home, she surprised her keepers by giving birth to the baby zorse whose mixed markings betray her colourful parentage.
The foal was promptly given a name that is in itself a hybrid, of her parents' names. Now she's become a major attraction at a safari park at Schloss Holte Stukenbrock, near the German border with Holland, where she has her own enclosure. Udo Richter, spokesman for the park, said, "You can tell she is a mix just by looking at her. But in temperament she can also exhibit characteristics from each parent. "She is usually relatively tame like a horse but occasionally shows the fiery temperament of a zebra, leaping around like one." Horses and zebras are often crossbred in Africa and are used as trekking animals on Mount Kenya
da dailymail.co.uk



Molto voraci, fanno incetta di acciughe e naselli. Pescatori preoccupati
La California invasa dai calamari giganti
Lunghi fino a due metri e pesanti diverse decine di chili, questi grandi animali stanno mettendo a rischio l'economia della zona

Alcuni dei calamari giganti recuperati al largo delle coste californiane (Ap)
Alcuni dei calamari giganti recuperati al largo delle coste californiane
LOS ANGELES (Usa) – Gli amanti degli anelli impanati probabilmente già si stanno fregando le mani e accarezzando la pancia. Ma l’invasione di calamari giganti che sta interessando le coste della California centrale è una vera iattura per i pescatori della zona, che temono di ritrovarsi senza più materia prima nelle acque un tempo assai generose del Pacifico. Questi grandi invertebrati rischiano infatti di lasciare a bocca asciutta tonni e altri esemplari che, come i «jumbo squid», si nutrono di piccoli pesci, come ad esempio acciughe e naselli. La presenza di questi ultimi, in particolare, ha registrato un fortissimo calo, tanto da far lanciare alle associazioni ittiche un vero e proprio allarme.
TEME L’UOMO - E’ un predatore vorace il Dosidicus Gigas, ma non è assolutamente un pericolo per l’uomo, al di là delle leggende che raccontano di persone letteralmente inghiottite dall’Humboldt, come è anche conosciuto il maxi totano degli oceani. «Qualora si dovesse imbattere in un essere umano – spiega dalle colonne di Usa Today Louis Zeidberg, ricercatore della Stanford University e coautore di uno studio sulla ploriferazione dei calamari giganti nel Pacifico pubblicato sull’ultimo numero dell’autorevole rivista scientifica Pnas – l’Humboldt si precipiterà a razzo nella direzione opposta».
CAMBIAMENTI CLIMATICI - Non sono stati i riflettori di Hollywood nè il fascino delle grandi spiagge ad attirare i super-calamari verso la California. Zeidberg chiama in causa i cambiamenti climatici e ricorda come alcuni esemplari questa specie normalmente diffusa solo nelle zone equatoriali siano stati rinvenuti addirittura al largo dell’Alaska. Nelle acque californiane hanno fatto la loro prima comparsa sul finire degli anni Novanta, in concomitanza con l’influenza esercitata da El Nino. Ma quelli che erano episodi sporadici si sono ben presto moltiplicati fino ad arrivare all’attuale e preoccupante situazione, evidenziata proprio dall’università di Stanford che ha effettuato negli ultimi quindici anni numerosi monitoraggi dei fondali utilizzando sensori e piccoli batiscafi senza equipaggio.
NASELLI A RISCHIO - A favorirne l’espansione è stato anche il contemporaneo calo delle popolazioni di tonni e squali che dei calamari sono grandi predatori. Non ci sarebbe nulla di male nella presenza in mare di questo grande cefalopode, che arriva mediamente a una lunghezza di due metri e ad un peso di una diverse decine di chili (ma nei mesi scorsi in Nuova Zelanda è stato rinvenuto anche un esemplare di 10 metri per una stazza di 450 chili), se non fosse che proprio la sua voracità potrebbe avere ripercussioni gravi sull’economia che ruota attorno al mercato ittico. I naselli del Pacifico, il pesce più gettonato della zona dal punto di vista commerciale, stanno scomparendo e le associazioni di pescatori lanciano l’allarme, soprattutto qualora si presenteranno annate di magra. Resta ora da vedere come sarà possibile fronteggiare l’invasione.

martedì, ottobre 30, 2007

Sono sempre stato un sostenitore di...

LE PAROLACCE AL LAVORO? "FANNO BENE"

LONDRA - Le parolacce in ufficio rendono i dipendenti più produttivi: non solo aiutano a combattere lo stress, ma anche contribuiscono a creare solidarietà tra i colleghi. E' quanto emerso da uno studio della Norwich University of East Anglia, secondo il quale l'uso di parole tabù sviluppa uno spirito di gruppo sul posto di lavoro. "I dipendenti - dice Yehuda Baruch, il professore che ha portato avanti la ricerca - usano continuamente un linguaggio volgare, da non considerare necessariamente negativo. Anzi si tratta di un fenomeno sociale e psicologico che non va sempre condannato". Il docente, scoraggia però qualsiasi comportamento offensivo, e suggerisce una possibile politica che autorizzi un uso misurato delle parolacce. "Un atteggiamento - continua Baruch - da non adottare di fronte a clienti, dirigenti o colleghi più anziani".
Secondo lo studio, c'é un collegamento tra età e linguaggio 'informale'. I giovani professionisti sono più tolleranti di fronte all'uso di parolacce e lo considerano un comportamento socialmente accettato. Inaspettatamente, secondo il professore, le donne parlano in modo più volgare di quanto si pensi.
"Proibire tale atteggiamento o peggio ancora criticarlo duramente - dice Baruch - potrebbe diminuire la solidarietà tra colleghi, abbassare il morale dei lavoratori e la motivazione in ufficio". Lo studio non vuole promuovere un atteggiamento poco formale, fa notare il docente, ma solo offrire un modello e dare qualche consiglio pratico. "Le parolacce - conclude - sono parte della nostra vita quotidiana, speriamo che con questa ricerca i dirigenti siano più tolleranti nei confronti del linguaggio usato dai propri dipendenti".
17 ottobre 2007
da ansa.it

Cassssssssssssssssoooooooo, te cònt che i ghà propes risù!

domenica, ottobre 28, 2007

Paolini "interpreta" la ritirata di Russia

MARTEDI' ore 21,30 su La7 ci sarà uno spettacolo di Marco Paolini sulla tragica ritirata dei soldati Italiani in Russia durante la 2°guerra mondiale.
Io ho visto vari spettacoli suoi, dal Vajont ad Ustica: se non avete mai visto una sua rappresentazione dovete assolutamente farlo! E' davvero bravo: riesce a fornire una infinità di informazioni sull'argomento che tratta, ma in modo completamente diverso dai "soliti" documentari/speciali.

Rivoluzione in tv con Paolini e "Il sergente"

Senza spot pubblicitari e con un palinsesto funzionale allo spettacolo

Marco Paolini, indimenticabile narratore di Vajont, torna in televisione su La7, il 30 ottobre alle 21,30, con l’ultima delle sue creazioni teatrali, Il sergente, ispirato al libro di Mario Rigoni Stern Il sergente nella neve. L’avvenimento viene annunciato (da Paolini e dal direttore generale di Telecom Antonio Campo dall’Orto) come un modo nuovo di fare televisione. Lo spettacolo durerà due ore senza interruzioni pubblicitarie, sarà in diretta, ripreso da sei telecamere all’interno di una cava di pietra a Zonvocedo in provincia di Vicenza, qui si racconterà la tragica ritirata dalla Russia di oltre 50 mila alpini sulle rive del Don.
«Non voglio fare il calendario della memoria - ha esordito Paolini - ma non voglio neppure che il teatro di oggi non si possa allestire in strada, finanche in una cava di pietra, per raccontare con il gelo e l’umido che un luogo come quello rimanda all’occhio e nelle ossa, ciò che successe ai soldati italiani; furono oltre 30 mila a morire durante una ritirata fissatasi come una macchia nera sulla cartina della storia italiana. Non so come ho fatto a convincere Campo dall’Orto, ma quando gli ho spiegato il progetto ha subito detto di sì: “Niente interruzioni pubblicitarie per tutta la durata della tua esibizione”».
E non solo, aggiunge il manager de La7: «Tutta la giornata del 30 ottobre sarà dedicata allo spettacolo di Paolini. Sarà un po’ come portare l’acqua a un corridore durante una lunga corsa. Trasmetterò uno speciale di Atlantide, documentari, un film e una puntata di 8 e 1/2 che porterà il testimone sino alle 21,30, quando comincerà Il sergente. Giuliano Ferrara ha voluto conoscere Paolini, ha parlato con lui del Sergente, alla fine ha deciso di fare qualcosa di speciale, non so che cosa, sarà una sorpresa per tutti».
A seguire la perfomance di Paolini ci saranno cinquecento spettatori. «E non sarà una passeggiata - spiega l’attore -. La cava è fredda, mi darà il senso del ghiaccio patito dai nostri soldati, saremo quasi circondati da una specie di laghetto formato dall’acqua penetrata all’interno della cava. Per chi resisterà sarà una bella avventura». «Bella e irripetibile - ha detto ancora l’ad di Telecom Television - perché andrà in onda solo una volta dal vivo a quell’ora di quel giorno. Punto».
Tutto ciò va al di là dell’idea di programma. E’ un vero progetto. Che finirà come? «Andando a cena - dice Paolini -. La tv non può essere l’unico luogo di aggregazione. L’aggregazione deve essere fra le persone, non con un elettrodomestico». Marco Paolini ha stretto un rapporto di collaborazione a lungo termine con l’emittente. A febbraio si occuperà di un’altra giornata speciale dedicata però allo sport: il Sei Nazioni di Rugby.
17 ottobre 2007
da lastampa.it

Qui trovate il video di presentazione della serata: