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GOETHE, Le affinità elettive
"A bunch of crazy people"
Cosa dice lui
“Finalmente hai messo su i chili che ti mancavano per piacermi”
Cosa capisce lei
“Sei grassa”
Ipotesi di traduzione
“Sei bona”
AGOSTO 2011
• dom 7: LIMONE SUL GARDA (ore 22.00)
• dom 7: MALCESINE frazione Cassone – Festa dei Ciclamini (ore 22.30)
• dom 7: DESENZANO frazione Rivoltella – Festa del Lago e dell’Ospite
• lun 8: LAZISE frazione Colà – Antica Sagra Madonna della Neve
• gio 11: MADERNO (ore 23.00)
• sab 13: LA GRANDE NOTTE DELLE STELLE – Fuochi in tutti i Paesi
• lun 15: SAN ZENO DI MONTAGNA in Piazza Schena (ore 23.00)
• lun 15: DESENZANO frazione San Martino d/B – Festa del Vino
• lun 15: GARDA
• sab 20: PESCHIERA DEL GARDA – Palio delle Mura
• dom 21: LAZISE – Festa dell’Ospite
• lun 22: PASTRENGO frazione Piovezzano – Sagra di S.Rocco
• gio 25: SIRMIONE – Una Notte per Sirmione (ore 23.00)
• sab 27: RIVA DEL GARDA – Notte di fiaba
• lun 29: CASTELNUOVO DEL GARDA frazione Sandrà – Festa di S.Luigi
SETTEMBRE 2011
• dom 4: LIMONE SUL GARDA (ore 22.00)
• sab 10: MALCESINE frazione Navene – Navene in Festa (ore 22.30)
• mar 13: PESCHIERA DEL GARDA – Grande Cena di Gala sul Canale di mezzo
Quest’estate c’è una grossa novità. Nella serata di sabato 13 agosto 2011 il Lago di Garda potrebbe entrare nel Guinness World Record. E’ previsto uno spettacolo di fuochi d’artificio (verso mezzanotte) in contemporanea in tutti i paesi del Lago di Garda cercando di realizzare così il più grande festival pirotecnico d’Italia. La serata è chiamata “La Grande Notte delle Stelle” e sono in programma eventi nei vari paesi a partire dalle ore 18 (spazio enogastronomico, attrazioni musicali e balli in piazza).
Default, la parolina straniera che tanti pronunciano con leggerezza, è considerata generalmente una malattia leggera che prima o poi tutti devono fare, come il morbillo, gli orecchioni o la scarlattina.
Niente di più falso. Il livello di sviluppo di una nazione non si misura solo col PIL o con la tecnologia che è in grado di progettare/produrre, ma anche dalla pace sociale, dalla sicurezza che è in grado di assicurare ai propri cittadini. Non solo in termini di repressione della criminalità, ma in termini di certezza delle istituzioni: la legge, l’ordine, l’assistenza sanitaria, la chiarezza nei rapporti di lavoro, la stabilità dei redditi e l’affidabilità che lo stato è in grado di garantire quando fa una promessa ai suoi cittadini.
Fallire non è solo dire: non sono in grado di pagare i miei debiti, ma anche rinunciare di colpo al livello di sviluppo raggiunto con il lavoro di tante generazioni. In queste ore si parla di tutto: iva sociale, prelievi coatti della tredicesima e di un’altra mensilità per tutti i dipendenti e pensionati, eliminazione dell’assistenza sanitaria diretta, abrogazione dell’articolo 18 per garantire una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, posticipo dell’erogazione dei trattamenti di fine rapporto (le liquidazioni, per intenderci).
Si tratta sicuramente di misure efficaci perché garantiscono gettiti e risparmi immediati, sicuri, quantificabili e una sorta di finanziamento indiretto all’industria tramite la possibilità di poter licenziare in tutta libertà e di poter trattenere le liquidazioni. Altro che le fesserie della riduzione dei costi della politica. Solo l’abolizione delle province e delle comunità montane richiederebbe anni per il trasferimento delle competenze, mentre l’eliminazione dei vitalizi causerebbe una pioggia di ricorsi per la negazione di un diritto acquisito. Ora che i creditori bussano alla porta ci vogliono i denari, non le promesse.
Immaginate quale tipo di nazione ci aspetta dopo l’11-11-11, la data nella quale il Sole 24 Ore ha previsto il fallimento per l’Italia. Stipendi prelevati di forza dallo stato, medicine e visite a pagamento, licenziamenti con una semplice letterina prestampata, una cambiale al posto della liquidazione, rischio di poter perdere la casa perché non si è in grado di pagare il mutuo o il fitto. Praticamente la pace civile abrogata da un giorno all’altro.
Certo, magari a chi legge brucia il sedere perché fino a oggi ha lavorato come un ciuco, paga il mutuo e non ha un euro di debito. Perché si dovrebbe trovare precipitato nel terzo mondo senza aver fatto nulla? Questa domanda ha una risposta semplicissima: perché fino ad oggi si è disinteressato di quello che la politica faceva al suo paese. Ha accettato che un gruppo di potere ristretto detenesse il controllo del suo destino mentre lui guardava Valentino Rossi in tv e si è interessato veramente di Berlusconi solo quando c’era da guardare le fotine della Ruby o della Minetti su internet. Si pecca per opere, ma anche per omissioni.
L’inverno del 2011 inizia ad agosto. Farà tanto freddo che tutti ci ammaleremo d’anarchia.
Per questo motivo, per anni ha litigato con inflessibili hostess che non volevano accettare Sky nei viaggi per raggiungere le mostre allestite in Europa, America e Giappone. In Italia, alla sua produzione artistica si sono interessati critici come Vittorio Sgarbi. «Tutto ciò che ho creato negli ultimi tre lustri è stato ispirato e poi dedicato a Sky», prosegue la scultrice, «perché lui mi regalava emozioni da trasfondere nelle opere». Del resto anche l'etologo Giorgio Celli, scomparso lo scorso mese, aveva sostenuto che «guardare un gatto è come guardare il fuoco, si rimane sempre incantati. Sono stati i miei maestri di etologia. Maestri senza parole ma con gesti trasparenti; ed io, a poco a poco, sono diventato un loro ammiratore e loro complice». Proprio la stessa complicità che esisteva fra Sky e la sua «padrona». «Più che complicità direi simbiosi - argomenta, Nello Taietti, direttore della Fondazione Matalon - al punto da spingere l'artista ad affittare subito un elicottero per seppellire Sky nel giardino della sua villa a San Pantaleo, vicino Olbia, accanto a una scultura che gli aveva dedicato». La cerimonia degli addii con la pagina di oggi può dirsi completa.
"....la giovane bresciana...."?!?!?!? ma l'intervistatore, sentendo il tuo "leggerissimo" accento non esattamente bresciano, non ha capito che forse non sei esattamente di queste zone? :D
"....la nostra concittadina..."
La sua avventura è cominciata su un volo Milano-Boston nell'agosto del 2005: “il portellone si è chiuso e mi sono trovata improvvisamente sola con me stessa e con la curiosità della scoperta del Nuovo Mondo – spiega -, di quello che da lì a cinque anni sarebbe diventato il mio mondo”.
Alessia Ferrari, ancora studentessa, ha deciso di partire, per seguire un Master of Engineering al prestigioso Massachussets Institute of Technology (MIT). “Iniziavo a sentire il bisogno uscire dalla routine quotidiana di una studentessa – dice – volevo provare qualcosa di diverso”. L’opportunità, per Alessia, e’ nata quando ha saputo di un accordo siglato tra alcuni atenei italiani, tra cui quello di Brescia, per offrire la possibilità agli studenti di trascorrere un periodo in strutture di ricerca statunitensi.
“E' stato come in un film: a marzo del 2005 ho ricevuto la lettera di ammissione al programma di Master – continua -. Il sogno di ogni ingegnere stava diventando per me una realtà, anche grazie alla solida preparazione che avevo ricevuto con l'aiuto dei docenti della mia Facoltà”.
Alessia ha colto al volo questa prima grande occasione, che ha fatto subito fruttare. “Al MIT ogni giorno, sia professionalmente che umanamente, crescevo sempre più – racconta - , circondata da professori impegnati in ricerche ad elevato respiro tecnologico, e stringevo amicizia con altri studenti provenienti dalle regioni più remote nel mondo. Catapultata in questa nuova realtà, iniziai a poco a poco a pensare in inglese, curiosa di ascoltare la storia che ognuno aveva da raccontare”. Allo stesso tempo, Alessia non si stava però allontanando dalla realtà universitaria bresciana. “I miei docenti di riferimento, Roberto Ranzi e Francesco Colleselli, del Dipartimento di Ingegneria Civile, Territorio e Ambiente dell'Università di Brescia, venivano sempre aggiornati sui progressi della mia ricerca sulla tesi”.
Il lavoro per la tesi era un modello di analisi ad elementi finiti che simula il comportamento del terreno di Singapore in occasione del crollo del supporto di uno scavo di 30 metri. Una ricerca che l'ha tenuta impegnata fino al 2007 "e mi ha permesso di ottenere, oltre alla laurea in ingegneria dell'Università di Brescia - continua -, il tanto agognato diploma dall’MIT”.
Alessia ama le sfide e, nonostante la vita al MIT fosse molto stimolante, ha deciso di affrontare il mondo del lavoro. “La mia vita professionale è cominciata a Boston in Haley & Aldrich, uno studio di consulenza per l’ingegneria geotecnica ed ambientale – spiega -. Oltre alle ore di progettazione passate in ufficio, come in ogni prima esperienza professionale da ingegnere che si rispetti, passavo del tempo in cantiere, sopportando tutti gli effetti collaterali del caso: ero costretta a delle vere levatacce e a raggiungere i cantieri, muovendomi in bicicletta da un capo all'altro della città. Il primo progetto fu 45Province, un grattacielo di 31 piani in elevato e 6 piani di sotterraneo. Sapere di aver partecipato alla sua realizzazione, fu per me un'immensa soddisfazione”.
Nel 2008 Alessia decise di trasferirmi nella Grande Mela:”ho ottenuto un’offerta lavorativa all’ufficio new yorkese di Ove Arup & Co.. Una grande occasione per seguire progetti di prestigio e incontrare grandi architetti – racconta -. Dopo qualche mese mi proposero di lavorare per un trimestre a Doha in Qatar, dove gli orari di lavoro erano davvero duri – continua -, ma non mi pesavano, perchè ero mossa dall’energia del nuovo, dell’innovativo, del sapere che un po' per fortuna, un po' per bravura ed un po’ per essere riuscita a cogliere le opportunità nel momento in cui passavano, stavo facendo una esperienza lavorativa unica nel suo genere. Il progetto della torre di 500 metri a cui ho lavorato come Project Geotechnical Engineer in Qatar durò due anni e rappresenta, a tutt’oggi, la mia esperienza lavorativa più significativa”.
Così, come nel 2005, in controtendenza con i suoi coetanei, è partita dall'Italia, nel 2010 ha deciso di tornare. “Ho fatto il percorso inverso a quello dei cervelli in fuga – dice -, affiancato da un importante cambiamento di carriera: ho deciso di ritornare sul banchi e di iniziare il Master of Business Administration alla SDA Bocconi di Milano, concentrando i miei sforzi su un futuro da manager.
In Bocconi mi sono presto resa conto che una preparazione di tipo ingegneristico fornisce un approccio analitico e ben strutturato alla risoluzione di problemi, riconosciuto come un plus nel mondo lavorativo”. E' già un anno che Alessia è rientrata in Italia e non si è assolutamente pentita: “dopo 9 mesi passati a studiare finanza e strategia, ora mi sono trasferita a Roma per realizzare un progetto di consulenza strategica per Autostrade per l’Italia”. L’estate romana farà da sfondo ad un periodo di tre mesi che la vedrà poi nuovamente a Milano. “Dovrò poi decidere, in base anche a come il mio profilo verrà accolto dal mercato, dove vivere – conclude -. Sono rientrata per rimanere qui, almeno per il momento. Perchè sento di voler dare una possibilità al nostro Paese. Sono fiduciosa: spero che in Italia troverò il mio ambiente naturale e riuscirò a trasmettere con energia ed entusiasmo quanto bello sia fare un’esperienza all’estero. Ma poi rientrare e farsene portatrici”.
Nel frattempo, Alessia è disposta a valutare nuove e interessanti offerte di lavoro.
Alessia Ferrari ha recentemente raccontato la sua esperienza nel corso di una conferenza tenuta alla Prewiew dell'Università di Brescia, cliccando qui potete seguire la sua relazione e trovare i recapiti per contattarla.
LE OTTO PANCHINE - Sono otto le «panchine parlanti» che il National Trust ha sparso in tutto il Regno Unito per il progetto «Bench Mate», primo nel suo genere e nato sempre per spingerepiù persone a passare del tempo «en plein air» ad ammirare le bellezze naturali, visto che solo la metà della popolazione inglese lo fa d’abitudine. «Milioni di persone visitano ogni anno i nostri luoghi per trovare un po’ di riposo fisico e mentale – ha spiegato Tony Berry, “Visitor Experience Director” del National Trust – e queste “panchine parlanti” sono perfette per sedersi e godere di tutto questo. L’individualità di ogni panchina è ciò che rende il nostro progetto così speciale e speriamo che serva ad incoraggiare ancor di più le persone a godere della vita all’aria aperta». Un’idea, quella di lasciarsi sedurre dalla natura circostante per trovare l’ispirazione o per rilassarsi e rigenerarsi, già accarezzata in passato da molti artisti: basti pensare a Čajkovskij, che sulle panchine del resort di Haapsalu, in Estonia, compose la sua “Patetica” nel 1893. «Che cos’è la vita se non si ha il tempo di sedersi e godersela? – ha spiegato Fry, parafrasando W.H.Davies, sul sito del “National Trust” – . Ecco perché sono davvero molto orgoglioso di essere associato ad una panchina e spero di portare conforto, calma e sollievo a tutti quelli che hanno il fondoschiena stanco».