giovedì, giugno 20, 2013

Rete misura radioattività dei VVF

Non tutti sanno che sul nostro territorio c'è una capillare rete di rilevamento della radioattività gestita dai Vigili del Fuoco


I radiometristi
Negli anni '60, la "guerra fredda" e la conseguente proliferazione di esperimenti con ordigni atomici, ma anche l'avvio dell'utilizzazione a fini pacifici dell'energia nucleare sviluppano nella Nazione una coscienza intesa a preservare la popolazione da questa nuova fonte di rischio.
Tant'è che la legge sull'ordinamento del Corpo del 13 maggio 1961 n. 469 attribuisce al Ministero dell'Interno, e per esso al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, tra l'altro "... i servizi tecnici per la tutela dell'incolumità delle persone e la preservazione dei beni derivanti anche dall'impiego dell'energia nucleare".
Ciò comporta per il Corpo la necessità di specializzarsi anche in questa materia e diversi ingegneri sono stati inviati presso le università e successivamente all'estero per conseguire la qualificazione necessaria ad affrontare questa nuova problematica.
Per accertare la presenza di radiazioni ionizzanti si è creata una rete di stazioni fisse di monitoraggio ambientale per il rilevamento della ricaduta radioattiva susseguente ad esplosioni nucleari contaminanti e delle squadre speciali, "squadre radiometriche", composte da personale opportunamente addestrato, equipaggiato con particolari protezioni individuali e dotato di strumenti per la misurazione della radioattività, in grado di intervenire in forma preventiva o di rilevamento e circoscrizione della zona di pericolo, anche nei casi d'utilizzazione pacifica dell'energia nucleare.


La prima rete di rilevamento della radioattività viene impiantata nel 1966 e conta migliaia di stazioni dislocate, oltre che nelle sedi del Corpo, anche nelle stazioni dei Carabinieri. Il continuo miglioramento nel perseguire una sempre maggiore efficienza ed efficacia dell'operatività del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha oggi portato alla modifica della rete con stazioni automatiche di rilevamento con strumenti d'ultima generazione, dotati anche di autodiagnosi con trasmissione ed elaborazione dei dati rilevati, che consentono anche il monitoraggio ambientale.
Tali stazioni sono situate ai nodi di una maglia in modo da ricoprire tutto il territorio nazionale e fanno capo alla centrale d'allarme sempre presidiata. Per fronteggiare emissioni radioattive o sotto forma d'irraggiamento o contaminazione, il Corpo Nazionale è dotato di diversi laboratori mobili per eseguire misure e controlli più sofisticati circa la natura delle radiazioni.

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