MENTRE IL COMUNE DI BRESCIA HA APPROVATO DEFINITIVAMENTE IL SUO RITORNO IN
PIAZZA VITTORIA
Il ritorno della statua fascista
scandalizza gli inglesi
Un articolo di denuncia sul Guardian dopo le polemiche su Di Canio, l'allenatore di «destra»
Sabato, anzi saturday, 6 aprile. The Guardian, pagine 14 e 15, quelle del football, per intenderci. A sinistra, un pezzo sul contestatissimo neoallenatore del Sunderland Paolo Di Canio (al suo ingaggio, l’ex ministro laburista David Miliband ha lasciato la società). A fianco, il maschio fascista «known as Bigio» che si pavoneggia sul quotidiano radical britannico in una vecchia foto di piazza Vittoria. Titolo: «Statue symbolises battle with the past» (una statua simbolo della battaglia con il passato).
Esatto: la querelle sul Bigio - che venerdì, quando è stata archiviata la petizione dell’Anpi, ha quasi fatto concludere il consiglio comunale con una rissa - è roba che scotta anche per gli inglesi. La giornalista Lizzy Davies, che ha firmato l’articolo, ha spiegato ai gentlemen di sua Maestà la storia del colosso, quando e da chi fu concepito. Poi è partita con la polemica, con il sindaco Paroli che vuole riportarla sul suo piedistallo e nega «ogni accusa di revisionismo o di nostalgia fascista», il presidente dell’Anpi di Brescia Giulio Ghidotti che parla di «ricordi del regime» e il direttore del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti (già sentito dal Corriere) che si vergogna: «Tutti i miei colleghi, soprattutto i tedeschi, mi dicono “Com’è possibile?” Mi sembra normale che ci si mobiliti per ostacolare il ritorno di simboli che danno una visione positiva di quello che è successo (nel Ventennio, ndr)».
Non mancano un accenno a Paolo Di Canio, «la disputa a Brescia testimonia le divisioni in Italia su Mussolini» e il sbrigativo commento dell’assessore Mario Labolani: «Tutto inventato per ragioni elettorali». Infine una stoccata all’Italia, peraltro corroborata dall’opinione di James Waltson, dell’Università americana di Roma: il governo berlusconiano ha «normalizzato il fascismo».
La giornalista scrive addirittura che «Berlusconi ha ripulito l’immagine fascista».
Insomma: il Bigio è berlusconiano.
C’è un punto interrogativo che si rincorre in ogni riga di quel pezzo. Rimuovere il ricordo di un crimine vuol dire commetterlo di nuovo?
7 aprile 2013
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