Redditometro, DECALOGO anti panico:
scontrini, donazioni, bonifici, rate…
ROMA – Redditometro, decalogo anti panico. Dalla collezione (quando, per cosa) degli scontrini, alla conservazione delle “prove” (bonifici, assegni) di regali e donazioni, fino alle varie spese (dalla colf agli acquisti a rate) chi non ha nulla d temere dal Fisco può consultare questa lista di dieci mosse per vivere senza angustie la carriera del contribuente al tempo del redditometro. Il “decalogo” proposto dal Sole 24 Ore di lunedì 21 gennaio, è un ottimo “tranquillante” rispetto a uno strumento, quello dell’accertamento sintetico, visto da più parti (anche perché nel frattempo è rimasto orfano di padri politici) come troppo ingerente la privacy dei contribuenti cui spetterebbe l’onere della prova per dimostrare di non essere un evasore. Ripetiamo, a chi non ha nulla da temere, basta attenersi a poche, semplici regole.
1) Spendere senza paura. Non aver paura di spendere. Il redditometro va a caccia dei grandi scollamenti tra quanto dichiarato e quanto ricostruito dal Fisco. La somma delle uscite definisce il profilo del contribuente nel confronto con il tenore di vita. Il reddito dichiarato è il parametro più importante per il Fisco.
2) Non impazzire appresso agli scontrini. Nessuno, nemmeno il Fisco, ti chiede lo scontrino del supermercato. Fai una selezione mirata della documentazione da conservare, specie di quella che potrebbe attestare la veridicità di spese che il Fisco approssima, diciamo così, per eccesso. Quindi, ricevute per viaggi o rette scolastiche che magari sono costate meno del previsto e di ciò che presume il Fisco. Sopra i 3600 euro non serve tenere scontrini, ci pensa già lo spesometro.
3) Rendi tracciabili le donazioni. Ciò che ti regala un familiare (o un amico), magari per aiutarti nell’acquisto di una casa o di un’auto nuova, è meglio renderlo tracciabile. Bonifico bancario o assegno non trasferibile le soluzioni migliori. Importante la causale, per es. “donazione per acquisto casa”. Se costretti a giustificare donazioni passate, aiuta ricostruire il flusso con un estratto conto bancario di chi ha effettuato la donazione.
4) Bollette e utenze. A chi è intestata la bolletta? E’ una domanda che viene fatta, specie quando, per esempio, l’utenza è intestata dal componente del nucleo familiare con il reddito più basso e fiscalmente non a carico. Meglio sarebbe intestare l’utenza a chi materialmente poi ne paga le bollette. Ad ogni buon conto, tracciare i pagamenti delle bollette elimina alla radice ogni possibile contestazione: bancomat, carta di credito, addebito siu conto corrente, è sempre meglio del contante.
5) Colf e domestici. Anche qui, problemi solo se l’assunzione risulta addossata sulle spalle di chi ha il reddito minore in famiglia, per esempio il coniuge, e non è fiscalmente a carico dell’altro coniuge. In ogni caso, basta giustificare la spesa esibendo l’addebito del bollettino Mav per il versamento dei contributi sul conto corrente di chi effettua i pagamenti.
6) Acquisti a rate. Il Fisco potrebbe adottare misure più flessibili. Facciamo un esempio: l’acquisto di un’auto riguarda un risparmio magari di anni, ma incide, per il Fisco, solo per l’anno fiscale. Di qui la necessità condivisa anche dall’Agenzia delle Entrate, di spalmare questo investimento in 5 anni. Certo, se acquisti a rate, il problema non si pone (a parte la spesa per interessi,, ma questo è un altro discorso).
7) Vendita di titoli o eredità. Tracciare sempre, è la regola quando si cedono titoli, si smobilizzano polizze, si vendono immobili o beni di pregio, si riceve un’eredità. Serve a star tranquilli quando il Fisco ti chiede ragione di un acquisto importante.
8) Separa casa e ufficio. Tieni rigorosamente separata la contabilità dell’acquisto di beni dello studio professionale da quelli per uso domestico. I primi non rientrano nel redditometro. Ma quelli a metà tra tra casa e ufficio rientrano nella parte di spesa che non è fiscalmente deducibile.
9) Dimostra chi paga. La vacanza, il viaggio, la luna di miele te li regalano gli amici? In questo caso meglio far effettuare la raccolta fondi (la colletta per capirci) su un conto corrente dedicato o tramite bonifico bancario. Se la spesa, invece, è interna al menage familiare, è meglio far pagare chi è fiscalmente più forte ( nel senso che ha un imponibile più alto).
10) Vincite o interessi. Ho vinto al Lotto. E’ la giustificazione classica, talmente abusata da sembrare posticcia falsa. Non è così. Si può guadagnare vincendo alla lotteria, o con gli interessi sui titoli di Stato, si possono percepire redditi da locazioni tramite cedolare secca. Una o l’altra che sia, sono tutte fonti di reddito non tassabili e, importante, possono valere per dimostrare la coerenza tra quanto effettivamente guadagnato e quanto speso a detta della stima del Fisco.
21 gennaio
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