Cosmi, dalla panchina al cartoon il tormentone
"Ti spezzo una gamba"
Colloquio semiserio con uno dei personaggi più ironici del mondo pallonaro "Io ai cartoni animati ero abituato: pensiamo agli ultimi campionati prima di calciopoli..." "Ti spezzo una gamba"
ROMA - Il tormentone è tra i più celebri, nella storia delle imitazioni televisive: "Se sbaglia er crosse... ci spezzo una gamba". Momento clou, da sempre, del Serse Cosmi preso in giro da Maurizio Crozza. Una frase diventata talmente cult da finire, anni dopo, perfino nell'ultimo, colorato e divertente cartoon targato Disney: I Robinson - Una famiglia spaziale, in arrivo nelle nostre sale. Solo che, stavolta, a pronunciarla è proprio lui, il bersaglio di quella parodia, l'attuale mister del Brescia, ex storico allenatore del Perugia. Che fa il verso a se stesso prestando la voce a uno dei personaggi del film: guarda caso, il Coach. Con tanto di cappellino con visiera calcato sulla fronte.
E dunque, tra i doppiatori italiani della pellicola - sulla scia di una tradizione di voci eccellenti, che va dal Renzo Montagnani-Romeo degli Aristogatti fino alla Sabrina Ferilli di Cars - la Disney ha voluto anche Cosmi. Insieme ad altri personaggi celebri, più o meno televisivi: Carlo Conti, Tiberio Timperi, Francesco Venditti, Giovanni Mucciaccia. Per raccontare la storia di Lewis, ragazzino orfano e grande inventore che finisce nel futuro. Un mondo straordinario, fatto di personaggi un po' folli e di strane invenzioni, in cui il nostro eroe viene a contatto con la più eccentrica delle famiglie. I Robinson, appunto. Ecco come Serse, con una bella dose di battute e autoironia, racconta l'esperienza.
Allora, Cosmi: Roberto Morville, responsabile dei doppiaggi Disney, ci ha raccontato che, per riuscire contattarla e proporle di partecipare al film, ha telefonato proprio alla sua Nemesi: Maurizio Crozza...
"E' vero.E comunque quella sua frase-tormentone è diventata praticamente la colonna sonora della mia vita. Perfino una volta che ero a Venezia, a piazza San Marco, con mia moglie, una scolaresca di cinquanta ragazzi mi ha visto e ha cominciato a urlare: 'Ti spezzo una gamba'!".
Cosa l'ha spinta a unirsi a questa nuova avventura Disney?
"E' stata una proposta che ho accettato subito, e con grandissima curiosità: tra l'altro, in quel periodo nemmeno allenavo, sono stato fermo un anno. E in quelle situazioni sembra sempre di doversi reinventare. Un anno che a me è sembrato lunghissimo, ma che mi ha aiutato anche a recuperare serenità. Ho accettato questo impegno nei Robinson perché pensavo di potermi divertire: e, facendolo, ho scoperto un mondo ricco di talenti e di passione".
Certo, la sua voce è e resta inconfondibile...
"Sì, in effetti l'unico che la può imitare è Crozza. Ma, guardando da vicino il mondo dei doppiatori, ho avuto la percezione che anche nel mondo del calcio molti protagonisti siano doppiati: il che, in molti casi, è anche meglio. Quanto al cinema... Guardi, quasi non oso dirlo perché sennò vengo deferito - del resto io quando parlo vengo deferito da tutti - ma devo dire che a volte i doppiatori sono perfino più bravi degli attori. E poi, provandoci in prima persona, ho anche scoperto delle cose interessanti".
Ad esempio?
"All'inizio io quando dicevo le mie battute stavo fermo, davanti al microfono. Poi Fiamma Izzo, che mi dirigeva, mi ha detto di muovermi mentre parlavo, proprio come il personaggio. E io, muovendomi, ho scoperto che anche il doppiaggio veniva meglio. Del resto, io, come tutti sanno, mi muovo tanto anche in panchina: si vede che è il mio destino".
Tornando ai cartoon, lei come padre ne ha visti tanti?
"Ormai miei figli sono grandi, per loro il tempo dei cartoni è finito. Ma non per me: del resto, gli ultimi due campionati prima di questo (gli ultimi dell'era Moggi, ndr) non sono forse stati dei cartoni animati? Al di là di questo paragone calcistico, i miei preferiti sono Peter Pan, Il re leoneBianca e Bernie. A proposito del quale, voglio raccontare una cosa: quando viaggiavo col Perugia prendevamo dei charter improponibili. E io, ogni volta che ci salivo su, facevo la battuta: 'Mi sembra di stare sull'aereo di Bianca e Bernie' (un uccello, ndr). Ma nessuno la capiva".
Ma ora che con I Robinson ha messo un piede nel mondo dello spettacolo, le piacerebbe un'esperienza da attore in carne e ossa?
"No, non ci ho mai pensato. Ma se dovesse capitare, non lo farei mai con qualcosa che riguarda il mondo del calcio (del genere L'allenatore nel pallone), ne ho già abbastanza. Anche se devo dire che io, proprio grazie al calcio, ho potuto fare cose straordinarie: ad esempio, ho scritto un libro che ha anche vinto il premio Bancarella Sport, cioè il massimo riconoscimento del settore. E ora, questa bellissima esperienza nel cartoon. Insomma, il pallone lo devo proprio ringraziare. E non solo per tutte le emozioni che mi ha regalato in campo".
"E' vero.E comunque quella sua frase-tormentone è diventata praticamente la colonna sonora della mia vita. Perfino una volta che ero a Venezia, a piazza San Marco, con mia moglie, una scolaresca di cinquanta ragazzi mi ha visto e ha cominciato a urlare: 'Ti spezzo una gamba'!".
Cosa l'ha spinta a unirsi a questa nuova avventura Disney?
"E' stata una proposta che ho accettato subito, e con grandissima curiosità: tra l'altro, in quel periodo nemmeno allenavo, sono stato fermo un anno. E in quelle situazioni sembra sempre di doversi reinventare. Un anno che a me è sembrato lunghissimo, ma che mi ha aiutato anche a recuperare serenità. Ho accettato questo impegno nei Robinson perché pensavo di potermi divertire: e, facendolo, ho scoperto un mondo ricco di talenti e di passione".
Certo, la sua voce è e resta inconfondibile...
"Sì, in effetti l'unico che la può imitare è Crozza. Ma, guardando da vicino il mondo dei doppiatori, ho avuto la percezione che anche nel mondo del calcio molti protagonisti siano doppiati: il che, in molti casi, è anche meglio. Quanto al cinema... Guardi, quasi non oso dirlo perché sennò vengo deferito - del resto io quando parlo vengo deferito da tutti - ma devo dire che a volte i doppiatori sono perfino più bravi degli attori. E poi, provandoci in prima persona, ho anche scoperto delle cose interessanti".
Ad esempio?
"All'inizio io quando dicevo le mie battute stavo fermo, davanti al microfono. Poi Fiamma Izzo, che mi dirigeva, mi ha detto di muovermi mentre parlavo, proprio come il personaggio. E io, muovendomi, ho scoperto che anche il doppiaggio veniva meglio. Del resto, io, come tutti sanno, mi muovo tanto anche in panchina: si vede che è il mio destino".
Tornando ai cartoon, lei come padre ne ha visti tanti?
"Ormai miei figli sono grandi, per loro il tempo dei cartoni è finito. Ma non per me: del resto, gli ultimi due campionati prima di questo (gli ultimi dell'era Moggi, ndr) non sono forse stati dei cartoni animati? Al di là di questo paragone calcistico, i miei preferiti sono Peter Pan, Il re leoneBianca e Bernie. A proposito del quale, voglio raccontare una cosa: quando viaggiavo col Perugia prendevamo dei charter improponibili. E io, ogni volta che ci salivo su, facevo la battuta: 'Mi sembra di stare sull'aereo di Bianca e Bernie' (un uccello, ndr). Ma nessuno la capiva".
Ma ora che con I Robinson ha messo un piede nel mondo dello spettacolo, le piacerebbe un'esperienza da attore in carne e ossa?
"No, non ci ho mai pensato. Ma se dovesse capitare, non lo farei mai con qualcosa che riguarda il mondo del calcio (del genere L'allenatore nel pallone), ne ho già abbastanza. Anche se devo dire che io, proprio grazie al calcio, ho potuto fare cose straordinarie: ad esempio, ho scritto un libro che ha anche vinto il premio Bancarella Sport, cioè il massimo riconoscimento del settore. E ora, questa bellissima esperienza nel cartoon. Insomma, il pallone lo devo proprio ringraziare. E non solo per tutte le emozioni che mi ha regalato in campo".
(5 giugno 2007)
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