Sono 3 i quesiti referendari ai quali dovranno rispondere i cittadini
Il primo e il secondo quesito prevedono premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Il premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. È attribuito alla "singola lista" o alla "coalizione di liste" che ottiene il maggior numero di voti. Il primo e il secondo quesito - che valgono, rispettivamente, per la Camera dei Deputati (scheda viola) e per il Senato (scheda beige) si propongono l'abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è che abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento: per ottenere rappresentanza parlamentare le liste devono raggiungere un consenso del 4% alla Camera e 8% al Senato. Dunque la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio. Le liste minori devono superare lo sbarramento.
Il terzo quesito riguarda l'abrogazione delle candidature plurime in più di una circoscrizione per uno stresso candidato. L'eletto in più circoscrizioni con l'attuale legge decide il destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende dal fatto che, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi gli altri. Attualmente circa un terzo dei parlamentari sono stati eletti in questo modo. Per spiegare l'attuale meccanismo se il candidato X eletto in più liste sceglie per sé il seggio "A" favorisce l'elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione "B"; se sceglie il seggio "B" favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione "A". Con l'approvazione del terzo quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato. (N.Co.)
da ilsole24ore.com
Dovrebbe esser tutto abbastanza chiaro.
Per renderlo ancora meglio, facciamo un esempio pratico utilizzando i dati delle ultime elezioni politiche del 2008.
Questi sono stati i risultati alla Camera: http://politiche.interno.it/politiche/camera080413/C000000000.htm
Ha vinto il centrodestra che si è preso la maggioranza dei seggi.
Se passasse il primo quesito, ipotizzando di avere questi stessi risultati, le conseguenze sarebbero 2:
- il PDL si prende la maggioranza dei seggi e può governare senza la Lega
- il Movimento per l'Autonomia non ha raggiunto il 4%, quindi non ha rappresentanti alla Camera.
Questi sono stati i risultati al Senato (anche se in realtà bisognerebbe guardar i risultati su base regionale... ma diventa un casino): http://politiche.interno.it/politiche/senato080413/S000000000.htm
Ha vinto il centrodestra che si è preso la maggioranza dei seggi.
Se passasse il secondo quesito, ipotizzando di avere questi stessi risultati, le conseguenze sarebbero 3:
- il PDL si prende la maggioranza dei seggi e può governare senza la Lega
- il Movimento per l'Autonomia non ha raggiunto l'8%, quindi non ha rappresentanti al Senato.
- l'Italia dei Valori di DiPietro non ha raggiunto l'8%, quindi non ha rappresentanti al Senato.
Il succo è: il partito più votato si prende il premio di maggioranza indipendentemente da come va la coalizione.
Il terzo quesito è un primo passo per cercar di abolire l'assurdità attuale per cui il cittadino non può scegliere chi lo rappresenta in parlamento: adesso si vota il partito e la segreteria del partito stesso decide chi mandar a "sedersi" in parlamento.Si è ancora ben lontani dal "voto di prefenza" in cui il votante decide direttamente chi lo rappresenta, ma almeno si pone un minimo di limite alla assoluta libertà di scelta dei partiti.
PS: ovviamente se ho scritto qualche puttanata fatelo notare che scatta l'errata corrige!
Dovrebbe esser tutto abbastanza chiaro.
Per renderlo ancora meglio, facciamo un esempio pratico utilizzando i dati delle ultime elezioni politiche del 2008.
Questi sono stati i risultati alla Camera: http://politiche.interno.it/politiche/camera080413/C000000000.htm
Ha vinto il centrodestra che si è preso la maggioranza dei seggi.
Se passasse il primo quesito, ipotizzando di avere questi stessi risultati, le conseguenze sarebbero 2:
- il PDL si prende la maggioranza dei seggi e può governare senza la Lega
- il Movimento per l'Autonomia non ha raggiunto il 4%, quindi non ha rappresentanti alla Camera.
Questi sono stati i risultati al Senato (anche se in realtà bisognerebbe guardar i risultati su base regionale... ma diventa un casino): http://politiche.interno.it/politiche/senato080413/S000000000.htm
Ha vinto il centrodestra che si è preso la maggioranza dei seggi.
Se passasse il secondo quesito, ipotizzando di avere questi stessi risultati, le conseguenze sarebbero 3:
- il PDL si prende la maggioranza dei seggi e può governare senza la Lega
- il Movimento per l'Autonomia non ha raggiunto l'8%, quindi non ha rappresentanti al Senato.
- l'Italia dei Valori di DiPietro non ha raggiunto l'8%, quindi non ha rappresentanti al Senato.
Il succo è: il partito più votato si prende il premio di maggioranza indipendentemente da come va la coalizione.
Il terzo quesito è un primo passo per cercar di abolire l'assurdità attuale per cui il cittadino non può scegliere chi lo rappresenta in parlamento: adesso si vota il partito e la segreteria del partito stesso decide chi mandar a "sedersi" in parlamento.Si è ancora ben lontani dal "voto di prefenza" in cui il votante decide direttamente chi lo rappresenta, ma almeno si pone un minimo di limite alla assoluta libertà di scelta dei partiti.
PS: ovviamente se ho scritto qualche puttanata fatelo notare che scatta l'errata corrige!
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